Come gestire lo stress e bilanciare vita e lavoro nello Smart Working

 

Lo smart working in questo periodo di emergenza sta mettendo a dura prova molte persone. Lavorare da casa in tempi normali ha i suoi vantaggi, ma in queste settimane sta creando difficoltà e disagi, a volte anche profondi. La preoccupazione di bilanciare vita domestica e lavoro si aggiunge a quella per la propria salute e per i nostri cari che non vediamo da tempo.

Perché è così psicologicamente difficile lavorare confinati in casa? Cosa succede alle relazioni professionali se avvengono solo a distanza? E a quelle familiari? Come possiamo ridefinire i confini tra spazio di vita e di lavoro?

Lo smart working  ci invita a trasformare le nostre relazioni, lavorative e familiari, e ad occuparci delle nostre emozioni affinché orientino adeguatamente i nostri comportamenti. Diversi sono i fattori che mettono alla prova il nostro sistema emotivo e che possono generare livelli di stress che vanno oltre la cosiddetta “finestra di tolleranza”.

 

  1. Come riconoscere i segnali di stress che devono farci scattare un campanello di allarme?

Lo stress del bilanciare vita e lavoro può presentarsi con i seguenti sintomi:

  • Irritabilità̀/irrequietezza/conflittualità
  • Senso di costrizione e ansia
  • Iperattivazione
  • Difficoltà di concentrazione
  • Difficoltà di memoria
  • Isolamento/chiusura
  • Affaticamento, mancanza di energia
  • Disturbi del sonno
  • Addiction(aumento del consumo di alcol, tabacco, psicofarmaci)

Comprendere che alcune reazioni sono “normali” in condizioni di stress acuto consente innanzitutto di “normalizzare” ciò che sta accadendo e di inquadrarle in una spiegazione logica.

Il fatto che siano “normali” non significa però che non si debba porvi rimedio.

 

  1. Perché la situazione in cui ci troviamo è particolarmente difficile?

Alcuni fattori sono legati all’emergenza dell’epidemia, ad esempio:

  • senso di vulnerabilità e mancanza di sicurezza (“Neanche in casa mia mi sento al sicuro…” o “Anche facendo la spesa posso essere stato contagiato…”);
  • sentirsi responsabili di molte cose contemporaneamente  (“avrò usato bene i dispositivi di sicurezza? Ho preso davvero tutte le precauzioni? Avrò contagiato i miei cari?”);
  • problemi relativi al controllo e all’auto-efficacia (“E’ tutto inutile, sono in balia degli eventi, non posso fare nulla”).

 

Altri fattori sono invece legati allo smart working nelle condizioni di costrittività di questi giorni:

  • stravolgimento dei confini: in casa è difficile mantenere un proprio spazio senza l’invasione degli altri, mentre fuori casa i confini sono rigidissimi;
  • convivenze forzate e gestione dei conflitti: implicano una reattività negativa e un aumento delle conflittualità intra-familiari;
  • negoziazione tra coniugi del tempo da dedicare ai figli: (ancora più stressato del normale) apre questioni che vanno al di là dell’organizzazione quotidiana;
  • nevrosi da iper-connessione: uso eccessivo della strumentazione a distanza;
  • allentamento dell’intimità e pubblico e privato che si confondono: le webcam aprono finestre sulle nostre case;
  • gestione delle relazioni a distanza forzate: separazione dai colleghi, amici, conoscenti, senso di isolamento e socialità ridotta, con conseguente aumento e riattivazione delle nostre  “ansie da separazione”.

 

  1. Un aiuto specialistico: Il Coaching Psicologico di Gruppo del Polo di Psicologia

Grazie all’esperienza congiunta di psicoterapeuti che operano da anni sia nella consulenza organizzativa e aziendale sia nel mondo della clinica, SpazioPersone&Lavoro ha strutturato un percorso con l’obiettivo di aiutare la persone ad affrontare in salute e in modo adeguata lo stress e l’ansia generati dall’emergenza coronavirus e ciò̀ che essa implica in termini di equilibrio vita-lavoro.

Nello specifico, il servizio proposto ha l’obiettivo di:

  1. Offrire uno spazio di ascolto per decomprimere e “fluidificare” le emozioni in modo tale che la paura o la pressione psicologica non generi stati d’ansia o di stress disfunzionali o addirittura patologici;
  2. Far acquisire e condividere comportamenti e strategie di fronteggiamento (coping) per poter concretamente affrontare l’emergenza anche con azioni, oltre che con emozioni, adeguate;
  3. Trasferire alle persone piccole e semplici tecniche di rilassamento e respirazione, che possano usate autonomamente anche al di fuori delle sessioni di gruppo.

 

Come abbiamo pensato il servizio?

1. Breve colloquio telefonico di ascolto del bisogno e presentazione del servizio da parte di uno psicoterapeuta dell’equipe SpazioPersone&Lavoro;

2. Colloquio approfondito individuale online (via Zoom o altra piattaforma) di approfondimento della situazione e di definizione di un obiettivo individuale specifico per il percorso;

3. Quattro incontri di Team Coaching (via Zoom o altra piattaforma), a distanza di 1 settimana l’uno dall’altro. La durata degli incontri sarà di 1 ora e 30 minuti e garantirà a ciascuno spazi di confronto e di lavoro su di sé.

 

Le sessioni di gruppo hanno il vantaggio di:

  • far vivere alle persone un’esperienza di relazione, particolarmente importante in un momento in cui le relazioni sono frammentate, “disregolate”, eccessive o al contrario ridotte;
  • generare un sentimento di solidarietà̀ e vicinanza (rete sociale);
  • sentirsi adeguati, nonostante tutto: se anche gli altri hanno le mie stesse difficoltà mi sento meno inadeguato;
  • condividere idee e “buone prassi” che si generano dallo scambio e dal confronto.

 

Per avere informazioni e accedere al servizio è possibile contattare la nostra Segreteria al numero verde 800 912 111 dalle 14.00 alle 19.00, dal lunedì al venerdì.

https://polomilanesedipsicologia.it/contatti/

Grazie a @Christian Colautti per i testi, per chi volesse approfondire:

https://www.christiancolautti.it